IL GRUPPO

Il nostro gruppo era piuttosto numeroso (una cinquantina di persone) : 22 moto, 10 Jeep, e due camion dell'assistenza.  Tutto sommato era un bel gruppo anche se era netta la divisione tra chi era nel deserto per smanettare e chi per il semplice piacere di viaggiare...

Alla sera dopo le solite 8-10 ore di moto (per chi piace non sono troppe) si trovava un bel posticino, possibilmente riparato dal vento, e si montava il campo

Lo spazio per mangiare non era molto ma una volta calato il sole la temperatura scendeva bruscamente e spesso stavamo vicini per scaldaci a vicenda. Comunque questo non ci toglieva l'appetito che, viceversa, accomunava tutti: pasta al sugo era di norma ma ogni sera si mangiava tutto ripulendo il fondo della gavetta col pane. Il lavaggio pentole consisteva nel riempirle con la sabbia e strofinare un po'. Se non lo avessi fatto non ci avrei mai creduto come questo semplice mezzo potesse pulire così a fondo il metallo.

Su alcuni passaggi sulle dune, diversi mezzi hanno avuto difficoltà a causa di salite da affrontare senza la possibilità di rincorse: in questi casi i cavalli del motore sono fondamentali. Quando i cavalli non bastano la tecnica di guida e l'esperienza dei deserti aiutano: il nostro capogruppo ci ha dimostrato (portano su metà delle jeep) che in questi casi bisogna sfruttare tutte le rampe che le dune formano per riuscire ad acquistare più velocità possibile prima di puntare verso la salita. Abbiamo impiegato più di un'ora per superare questo passaggio.

Confesso che anche io ho temuto di non riuscire a passare l'ultima salita al primo colpo perché non ero riuscito a raggiungere la velocità giusta ed il motore del KTM è rimasto per qualche interminabile secondo sui 5000 rmp prima di "entrare in coppia" e portarsi come al solito sugli 8000 giri dando alle ruote la spinta necessaria per raggiungere la cima.

Altra foto di Giorgio (fotografo) in un controluce favoloso sui laghi di Mandara... rivedendo questa immagine mi emoziono ancora. Questo è sicuramente uno dei luoghi più frequentati da turisti: un paio di volte abbiamo rischiato un frontale tra gli escursionisti che andavano e venivano dal lago. Ciò non toglie lo spettacolo.

La cosa più dura però è stato il rientro in Italia: siamo arrivati a Livorno in un pomerigio di sole l'11 gennaio 2000. Ancora ubriachi dell'esperienza appena fatta ci siamo dovuti "risvegliare" nella realtà locale che si è manifestata come una fitta nebbia che ci ha accompagnati da Parma fino ad uno dei simboli più grigi della società contemporanea : la tangenziale di Milano alle 18.30 di un nebbioso Lunedì lavorativo. Vabbè: anche questa avventura è finita...sarà per la prossima volta!

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